I due aspetti della Grande Opera

Posted by Nebheptra     Category: Alchimia, Glosse

La conoscenza analitica è agli antipodi della conoscenza reale, che è di sua  natura intuitiva. La chiave di questa ultima è la realizzazione dell’Ermete, dell’angelizzazione dell’uomo, della discesa dello Spirito Santo. Affinché questo Spirito faccia in noi la sua casa, occorre che rinunciamo allo spirito impuro, la falsa luce dell’Anima Mundi.

È scritto nella Genesi che lo Spirito aleggiava sulle acque primordiali, avvolte dall’abisso oscuro.

Bisogna ricostituire questa acqua vergine (casa dello Spirito Santo, dicono le litanie) purificando il nostro mentale e dimenticando l’ammasso di conoscenze indigeste con cui abbiamo sporcato lo specchio della nostra immaginazione. Saremo allora nelle tenebre mentali, poiché non attingeremo più da questa sfera gli elementi della conoscenza analitica, frutti velenosi dell’albero di scienza.

È in questa notte, in questo stato di nudità spirituale di semplificazione interiore, che lo spirito potrà scendere ed informare, di nuovo, il caos microcosmico.

Che cosa dicono i veri Filosofi?

Riportare una terra appropriata al suo stato caotico primordiale, per ottenere la terra vergine dei saggi, aspetto sensibile della sostanza universale.
Questa terra vergine è il mezzo, la matrice, la nutrice bianca. Animare poi questa terra vergine per mezzo dello spirito universale, specializzazione del Ruach Elohim della Genesi.

È questo stesso processo che costituisce il processo generale dell’alchimia spirituale ed il processo particolare di accesso alla vera conoscenza: riportare il mentale alla semplicità della sostanza prima. In questo vuoto lo spirito scenderà, per informarlo.

Qui si nasconde un doppio scoglio:  in primo luogo l’uomo deve scegliere il suo Maestro e servire solo lui. Purtroppo molto spesso, l’uomo si dà, ma con reticenza, egli vuole e non vuole, dice ora sì, ora no, il più delle volte dice forse. È questo il momento di ricordare le belle parole del Tao:

Avere poca fede, non è avere la fede, o anche:  Fuori la Via, tutto è fuori dalla Via.

In secondo luogo, l’uomo è il campo di battaglia dove si affrontano lo Spirito Santo e lo spirito impuro. Dunque deve vegliare sui suoi desideri, poichè a seconda dell’orientamento e della qualità del desiderio, l’uno o l’altro di questi spiriti farà in lui la sua casa;  in altri termini, in questa terra vergine dove ogni seme potrà portare dei frutti secondo la sua specie, germoglierà un ramo dell’albero di Vita o un ramo dell’albero della scienza, conformemente al movente segreto dell’uomo.

Si può qui comprendere quanto, senza l’aiuto divino, la Grande Opera spirituale possa essere pericolosa, e quali seduzioni saranno messe in atto perché ci porti la morte al posto della vita.
Ebbene, l’aiuto del Cielo viene a chi lo chiede sinceramente. Di qui la necessità della preghiera il cui principio è un atto di umiltà.

Senza l’umiltà un tale lavoro conduce direttamente alla morte spirituale, perché ogni sentimento di orgoglio è segno del Maligno. Con l’umiltà, questo lavoro conduce al ricevimento dello Spirito Santo, all’illuminazione definitiva, purché non si dimentichi il comandamento essenziale:  l’Amore.

Vedi anche: Cos’è l’Alchimia

One Response to “I due aspetti della Grande Opera”

  1. Il Papiro di Leida » Blog Archive » Cos’è l’Alchimia Says:

    […] Un altro impiego di questo metallo costituisce ciò che è chiamato l’elisir dei Rosacroce, che fornisce ai sensi psichici dell’uomo una penetrazione fuori dal comune. Per chi volesse approfondirne i suoi effetti, i suoi vantaggi ed i suoi pericoli, rimando alla lettura del romanzo Zanoni di Edward Bulwer Lytton. Vedi anche: I due aspetti della Grande Opera […]

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