Nel post dedicato all’atanor , si è spiegato che nell’uomo è possibile individuare tre sfere di influenza:
1) l’area mentale, connessa al piano delle idee, ovvero all’influenza divina, allocata nella testa.
2) l’area emozionale, connessa alle sensazioni ed alle emozioni, allocata nel petto.
3) l’area istintiva, connessa alle forze telluriche e sessuali e alle passioni, allocata nel ventre/genitali.
Per ognuna di queste sfere è possibile individuare un Fuoco, un motore capace di sciogliere le impurità e di ricondurre la materia prima al suo stato primitivo. Si può aggiungere che ci sono scuole differenti di pensiero che prediligono l’uno o l’altro fuoco in funzione della sfera preferenziale su cui agire. Le differenti Vie d’ascesi (via umida, via secca, via tantrica, via cardiaca, via isiaca, via solare, ecc., ecc.), di cui si parla talvolta anche a sproposito, differiscono proprio in funzione della sfera maggiormente “sollecitata” dalle pratiche della scuola prescelta.
I fuochi, come si può evincere facilmente, sono :
per la sfera 1 -> la Volontà
per la sfera 2 -> l’Amore
per la sfera 3 -> l’Energia sessuale
Le cose sono ulteriormente semplificabili se solamente si immagina l’energia sessuale come una forma rozza e primitiva di Amore divino, capace di generarlo tramite una sorta di processo di digestione/parto: non a caso Cupido (amor puro) è figlio di Venere (amor profano).
In definitiva due fuochi.
Infatti l’Amore puro, inteso come fuoco ermetico, può essere acceso e localizzato anche nella sfera più bassa. Tra l’altro se si pensa che il calore tende a salire, si può pensare che, più in basso pongo la sorgente di calore, meglio riesco a riscaldare tutto il corpo. Dove riscaldare vale bruciare le impurità. Forse è per questo che Dio ha posizionato la kundalini nel perineo, ovvero la zona più in basso in assoluto del tronco umano.
Sta di fatto che l’Amore, una volta acceso, ovunque lo si accenda, è in grado di scaldare tutte le sfere indistintamente.
Ed infatti gli alchimisti affermano che l’Amore è il fuoco principe di tutta l’Opera Alchemica.
Secondo l’Orfismo, Eros/Amore è la possente forza creatrice originaria che fa muovere il cosmo intero. E’ la divinità che dal Caos primitivo trasse il cosmo ordinato.
Raphael, ne “La Scienza dell’Amore”, pag. 86 afferma:
“Dunque, il Dio che per primo emerse dalla Notte e che diede vitalità e movimento all’esistente è stato Eros, spesso identificato con il Fuoco non sostanziale, che a sua volta manifestò il Fuoco sostanziale (akasha) anche se di ordine intelligibile. Egli è inoltre Elettricità vitale, è il Fuoco sacro degli zoroastriani, il Fuoco di Ermete, la Folgore di Cibele e la stessa Torcia fiammeggiante di Apollo”.
L’Amore di cui si sta parlando è quello che ha il potere di rianimare ciò che sembrava morto e di rendere nuovamente giovane e bello ciò che appariva vecchio e cadente; è l’Amore che genera le meraviglie del mondo e dell’universo, è quello che fa muovere e brillare il sole e le stelle, è quello che ricopre la terra di fiori, di foglie e che riempie di gioia tutti coloro che vivono nel mondo.
Non si tratta dunque dell’amore che normalmente conoscono gli uomini, ma è una potentissima energia creatrice, trasformatrice, generatrice ed armonizzatrice che non ha nulla a che fare con l’amore sensuale, che è solo una sua limitata e parziale eco.
Questo Amore è un Fuoco perché brucia le impurità e brucia letteralmente: chi riesce ad accenderlo sente un’inequivocabile sensazione di calore che non lascia adito a dubbi.
Ed è un Amore magico, in quanto la sua comprensione, ovvero il riuscire a manipolare questa energia, permette di ottenere le realizzazioni più stupefacenti agli occhi dell’uomo comune.
L’Amore magico e divino non è un sentimento o un semplice stato d’animo, ma uno stato d’essere.
I riti ermetici sono gli strumenti più efficaci per imparare a conoscere, ad alimentare e a sviluppare questo Fuoco.
Mario Krejis, nella Lettera ad un aspirante ermetista , afferma:
“Resta da dire sull’Amore. Non intendo far riferimento all’amore sentimentale, né all’amore mistico, ma ad uno stato di profonda esaltazione psichica, nel quale l’uomo diventa capace di esteriorizzare la propria sensibilità, fino a proiettarla nell’invisibile, divenendo interprete di ispirazioni superiori e di volontà non umane; uno stato molto particolare, che l’Ermetismo definisce di Mag, ossia di coscienza alterata o di trance lucida, che rappresenta la forma di amore superiore che si deve stabilire in ogni Ermetista.
Non é il caso che ti spieghi come si sviluppa il Mag. Sappi però che, per andare all’università, occorre aver frequentato le superiori. Allo stesso modo é necessario allenarsi gradatamente all’amore, fino a trasformare lo stucchevole sentimentalismo dell’uomo comune, in amore magico, ossia inducente il Mag.
In tal senso, le pratiche ermetiche costituiscono la via maestra.
(…)
Ed infine serve amare, amare, amare!
Chi? Che cosa? Si comincerà con l´amare il proprio Maestro e dopo, man mano che si entrerà nell´Invisibile, si ameranno anche le Creature che ci verranno intorno, fino a renderci degni dell´unico vero Amore: quello dell´Anima e di noi stessi”
E Amonosis, in Ricordami ancora :
“L’amore è una forza straordinaria, un propellente misterioso che spinge le cose a trasformarsi incessantemente. Nel campo superiore l’amore finisce di essere un semplice sentimento per divenire uno stato vibrante dell’anima, conseguito il quale essa può espandersi nell’energia sottile dell’Invisibile, riuscendo a cogliere le infinite sfumature del mondo spirituale. Sarebbe inutile dilungarsi oltre.
Il mio monito è di amare. Si inizia dando valore alle proprie sensazioni, valorizzando quelle che generano emozioni potenti e positive. Come la fantesca del Mutus Liber, occorre lavorare pazientemente su se stessi, raccogliendo col mestolo della costanza le tante impurità che galleggiano nel soluto dell’anima, dopo che il Fuoco dell’Arte ha iniziato la mistica distillazione.
Poi, divenuti più leggeri, si deve saper proiettare l’energia del vero Amore sulle persone care, sulla propria famiglia e sugli ammalati, sforzandosi di coltivare la fede in Dio e negli eterni valori della Tradizione.
Infine occorre purificare il proprio sentimento da ogni residuo di bestialità, cercando di comprendere il significato della rinuncia e della continenza. Così si potrà essere pronti per l’incontro fatale che forse, un giorno lontano, per grazia di Dio trasformerà la nostra vita.”
2 Responses to “Fuoco d’Amore”
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January 17th, 2010 at 11:22
SPLENDIDO, OTTIMO LAVORO!
November 11th, 2016 at 23:01
[…] Per comprendere il fatto dei pani serve un cuore sensibile, per capirne il significato, rimando al post Fuoco d’Amore. […]