L’analogia è il metodo di ragionamento più semplice e naturale, specialmente per i bambini. Uno degli strumenti più belli in termini poetici ed estetici è la parabola, anch’essa strumento analogico insostituibile che permette di raggiungere livelli di profondità insospettabili.
E se si parla di analogia non può non citarsi la Cabala, laddove si guardi alla sonorità delle parole e alla fonetica dei testi.
Il procedimento fonetico fa parte di un modo di esprimersi chiamato “Cabala” dagli alchimisti. Non bisogna confonderla con la Qabbalah ebraica. L’etimologia dei due termini è differente. Cabala viene da caballus, cavallo, mentre Qabbalah significa “tradizione”.
Gli interessi spirituali dell’antica cavalleria sono in stretto rapporto con la cabala, esprimendosi con la fonetica, il rebus, il blasone, dove le radici latine e greche non vengono mai trascurate.
Tuttavia, bisogna considerare anche che il cavallo è il motore dell’Opera grazie alle sue quattro zampe o quattro elementi (Fuoco, Terra, Aria ed Acqua), che caratterizzano l’animale da soma.
Nella sua manifestazione fonetica, la cabala è una vera lingua segreta che fu evidenziata prima da Grasset di Orcet e poi da Fulcanelli, dove il primo la vedeva applicabile nella sua forma perfetta solo tramite i fonemi della lingua francese. In realtà la cabala fonetica, più o meno perfetta (certi cambiamenti possono essere imputati all’erosione del tempo), è applicabile con certezza con tutte le lingue derivate dalle lingue matrici: il greco ed il latino, quest’ultimo lingua mistica per eccellenza.
Ad esempio, un immagine in cui sono raffigurati due cani condotti da un uomo, secondo la Cabala potrà voler dire:
MES DEUX CHIENS = MÉDECINE
miei due cani = medicina
Oppure una torre quadra:
CARRÉ TOUR = CRÉATEUR
torre quadrata = creatore
La cabala è dunque la lingua del cavallo, ma anche lingua degli uccelli. Essa parla della grande legge che regge la natura ed il lavoro degli alchimisti, per cui fu detta la lingua degli Dei. Tra gli uccelli ve ne sono alcuni capaci di imitare il canto di tutti gli altri (di parlare tutte le lingue dunque), come la ghiandaia, in francese geai, da cui la gaia o allegra scienza o gaio sapere, dovuto alla cabala. Gli uccelli si posano sugli alberi nei boschi, per cui fu chiamata anche lingua verde.
La cabala permette di accedere alla pienezza dello scibile, a patto di averne sviluppato la visione olistica. Solo allora gli iniziati possono montare sul cavallo alato, il Pegaso dei poeti greci, involandosi verso le regioni sconosciute al di là dello spazio e del tempo, riuscendo così a vedere il Tutto e comprendere il Tutto. Ma per ottenere ciò è necessario far ricorso ad una metodologia che permetta all’Ermete, che ha accesso al Tutto, di manifestarsi. Altrimenti la cabala diventa un insieme di sterili giochi di parole, con cui ci si può divertire a tentare di decodificare le leggi per rivelare l’arte di fabbricare l’oro o di vivere eternamente. È infatti evidente che chi non cambia il suo modo di pensare, conservando unicamente il lato razionale, non arriverà mai a superare le barriere del nostro universo discorsivo e non accederà mai ad una vera spiritualità.
Tale è la ragione per cui la cabala, o Lingua dei Misteri, domina tutta la didattica dell’alchimia tramite il simbolismo, l’iconografia, l’arte e la letteratura.
2 Responses to “La Cabala fonetica”
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May 21st, 2011 at 18:34
Cabala deriva da qabbalah. Il cavallo non c’entra proprio niente. La cosiddetta cabala fonetica è la forma decadente e depotenziata di un’antica scienza che si basava sul fonosimbolismo per superare i limiti del linguaggio convenzionale. Oggi la potremmo chiamare, in termini moderni, fonosemantica. Il suono di ogni lettera (stoikeia) esprime un certo significato per analogia diretta, perciò la composizione di più lettere comporta la composizione dei significati in una sorta di alchimia fonetica.
Ne troviamo un accenno nel Cratilo di Platone sebbene il filosofo greco non ne capisse granché. Lo troviamo nella qabbalah ma purtroppo è prevalso l’aspetto permutatorio. A. Fabre d’Olivet si è basato su criteri di tipo fonosemantico per ricostruire il significato originario della lingua sacra ebraica. Se si studia la Bibbia in questa chiave, se ne ricava una sorprendente interpretazione.
October 1st, 2011 at 20:12
Caro amico, dal punto di vista strettamente tecnico hai ragione in pieno. Ed è verissimo che la Bibbia, in particolar modo il Pentateuco, nasconde meraviglie che solo una mente matematica all’ennesima potenza avrebbe potuto concepire e far incastrare. E’ il vero segno della mano di Dio.
Relativamente all’etimologia, dal punto di vista ermetico esiste un’etimologia detta ieratica, in base alla quale si ricercano le possibili parole che, tramite composizione o non, richiamano quella in questione per assonanza.
Esistono delle opere ermetiche in cui ogni parola per essere davvero compresa va scomposta, soppesata e, lasciami dire, occorre restare in attesa di una sorta di “illuminazione” che ne sveli il vero significato, che può essere molteplice e a più livelli.
Relativamente alla parola Cabala, per esempio, ti lascio solo pensare al fatto che la sua trasmissione è stata fatta in occidente grazie al mondo arabo, ovvero grazie alla Spagna e, guarda caso, in spagnolo cavallo si dice “caballo”, ancora più simile dunque.
Come ben saprai, nulla è casuale a questo mondo.
A questo punto vorrei ri-sottolineare quanto dico in chiusura del post: “chi non cambia il suo modo di pensare, conservando unicamente il lato razionale, non arriverà mai a superare le barriere del nostro universo discorsivo e non accederà mai ad una vera spiritualità.”
un caro saluto