Quando si parla di analogia non bisogna pensare ad una semplice somiglianza né ad un concetto di valore trascurabile.
Il termine greco analogia (analogos) è tradotto in latino con proportio, proporzione, rapporto. Logos significa rapporto e deriva da Legein, raccogliere, enumerare. Dunque il significato reale del termine indica un rapporto tra quantità e ciò fissa chiaramente un sostrato al significato stesso.
La proportio o rapporto, sarà una base invariabile sulla quale si appoggerà il senso di tutte le analogie. Questa definizione, estesa all’intero universo, mostra che esistono non solo dei rapporti tra cose differenti in quantità ed in qualità, ma anche di nature differenti, come ad esempio il famoso paragone tra un agglomerato urbano ed il corpo umano, quando si parla di arterie e di circolazione. L’analogia si caratterizza dunque per una somiglianza ed una differenza di cui non tiene conto (senza tuttavia ignorarla): è ovvio che una città non è un corpo umano, anche se esiste circolazione nelle sue arterie! E di certo nessuno pensa a rendere analoga un’automobile rossa ad un globulo rosso o ad un globulo bianco (quando è bianca). Bisogna saper guardare ogni parte della proporzione!
Dunque, la proporzione mette insieme ciò che si somiglia e ciò che non si somiglia.
Ma ciò non basta in quanto la parola analogia esprime con il prefisso ana – che significa “in alto”, “all’insù” – un sorpasso, un passaggio ad un piano più elevato. Ed è in questo che si delinea la profonda ragion d’essere dell’analogia: essa deve orientare il gioco delle somiglianze secondo un’ottica ben definita, che è quella di raggiungere i limiti del nostro mondo fisico, e poi di superarli per andare verso ciò che i nostri sensi non possono percepire.
Se i limiti del nostro universo sono invalicabili, l’analogia può superarli. Essa è capace di mostrare che ciò che c’è “dall’altro lato” somiglia a ciò che conosciamo. L’analogia può dunque definirsi come un ponte tra il mondo fisico e ciò che si trova oltre. È uno strumento incomparabile per superare i limiti della nostra percezione. D’altro canto bisogna fare sempre attenzione a non ignorare le differenze.
L’alchimia e la medicina ermetica, nate all’alba delle civiltà si basano sull’Ermetismo, l’insieme di dottrine e pratiche nate nell’antico Egitto, il cui leggendario personaggio centrale è Ermete Trismegisto. Queste due “scienze” trovano le loro dottrine e le loro applicazioni pratiche in uno stesso corpus, sorta di denominatore comune, che è l’antica teoria delle corrispondenze secondo la quale l’universo è costituito di regni analoghi, i cui elementi corrispondono gli uni agli altri.
Il testo fondamentale dell’ermetismo e dell’alchimia è la Tavola di Smeraldo nelle cui prime righe si legge:
- Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola.
- Come tutte le cose sono sempre state e venute da Uno, così tutte le cose sono nate per adattamento di questa cosa unica.
Dunque, il Cosmo è Uno e tutte le sue parti sono solidali ed interdipendenti. Le frasi citate enunciano la corrispondenza e l’analogia tra il Macrocosmo ed il Microcosmo. E’ su queste corrispondenze ed analogie che si basano tutte le manifestazioni teoriche e pratiche dell’alchimia che è il più antico adattamento.
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