Miscellanea ermetica

I

 Mi sono giunte varie lettere, la maggior parte dal tono affettuoso e sincero, altre un po’ meno benevole, che consigliano dei chiarimenti su alcuni aspetti cruciali dell’insegnamento ermetico.

Affronterò pertanto il problema delle condizioni dell’ascesi magica e dei rapporti tra Ermetismo e sessualità, sperando di chiarire le idee a quanti fossero tentati di attribuirmi interpretazioni che non mi appartengono.

Primo punto essenziale. L’Ermetismo abiura dalla Magia dell’Invisibile Azulh, il Demone Serpente dell’antica Tradizione Caldea, belva feroce deputata all’involuzione dell’uomo mistico e dolorante.

La Magia dell’Ermetismo è un’estasi di amore, lontanamente paragonabile allo stato devozionale dei credenti della Religione Cristiana. La Magia infernale, prodotta con l’ausilio di Entità destabilizzanti l’uomo intelligente, allo scopo di soggiogarlo alla volontà di chiunque possegga carattere magico, dev’essere sconfessata da ogni persona onesta che intenda accostarsi alla Tradizione Sacra.

L’Eredità antica contiene numerosissime Intelligenze, desunte da vecchi manoscritti e trascritte con meccanismi quasi mai corretti. Per tale ragione l’esecuzione di pratiche di Magia inferiore dovrebbe essere sempre accuratamente evitata, fosse anche in ogni più ingenuo aspetto.

Qualsiasi Entità gradisce essere evocata, sapendo che potrà nutrirsi con i fluidi vitali dell’evocatore. A chi non farebbe piacere sentirsi chiamare con trasporto, alimentando con formulette augurali l’istinto alla vita che pulsa in ogni essere vivente?

Si deve dunque diffidare di ogni manifestazione dell’Invisibile, che non sia compatibile con l’intelligenza e con il buon senso.

Tali aspetti delle pratiche evocatorie sono ben noti ai cultori della Magia. Si tratta peraltro di espressioni fuorvianti dalla volontà dell’essere umano.

Bisogna rendersi conto che un’Entità astrale, ossia non umana e non corporea, conosce la materia attraverso il suo contatto con l’uomo. Ogni invocazione dev’essere quindi considerata un’offerta del proprio corpo all’Essere invisibile, che si incorpora, ossia viene assorbito nell’incosciente del medium, agendo sulla sua sensibilità fluidica e somatica. Pertanto è sconsigliabile dedicarsi alla Magia, prima di aver sviluppato la propria individualità, di aver cioè conseguito la relativa indipendenza della mente dall’inconscio animale, nel quale sono racchiusi i meccanismi emotivi che moltiplicano l’effetto psichico dell’Entità, aiutandola nella possessione. In altri termini, ai fini dell’azione magica, deve prodursi nel Mago la totale indifferenza nei confronti dell’effetto voluto, affinché non si verifichino dei pericolosi incidenti evocatori, considerato che, sotto l’impulso dell’Entità, vengono attivati ben altri meccanismi, che possono ulteriormente destabilizzare la personalità.

Invocando l’Entità in uno stato di forza, sarà invece possibile al Mago evitare la possessione inconscia, impedendo ogni nutrizione fluidica. Obbligare lo Spirito all’obbedienza diventerà così un problema di Sacerdozio, più che di bassa Magia.

Talvolta possono verificarsi dei danni psichici, legati all’Entità, che non sono apprezzabili coscientemente, pur potendo produrre effetti devastanti.

Sono molti gli esperti di Magia che si illudono di realizzare degli effetti magici, grazie ad Entità di cui non conoscono la reale natura. Saranno bianche, nere, azzurre?… Chi può dirlo con sicurezza? Si dovrebbero conoscere le leggi dell’Astrale, che regolano le manifestazioni umane dell’Invisibile. Tuttavia non sempre sono conosciute le regole della Magia, ed il Rituale magico protegge fino a un certo punto.

Nell’Occultismo si definisce Astrale il campo oscuro dell’incosciente umano. Vi sono individui che hanno la capacità di osservare l’Astrale, ossia di percepire nell’oscurità del vuoto mentale immagini, luci ed ombre, dedicandosi alla visione e al controllo di forme che si presumono intelligenti, ma che sono generate, il più delle volte, dalla loro stessa mente.

Più si colloquia con i mediums, meno si dovrebbe credere nell’Invisibile, come viene descritto dalle sentenze fuorvianti dei cosiddetti cultori del mistero.

Il misticismo inconscio, prodotto di secoli di suggestioni esercitate sull’anima antica, determina i suoi effetti nel profondo dell’essere umano, alterandone il senso interiore e proiettando sullo schermo mentale solo forme fantasiose e inattendibili.

L’evento di un pensiero mistico, incentrato sull’ego e destinato a soddisfare le aspettative dell’uomo sociale, può indurre soltanto paure e sensibilità distorte, che conducono l’uomo al manicheismo e all’insolenza.

 

Qualche tempo fa un lettore di Esonet, dichiaratosi Iniziato, mi descrisse alcune sue esperienze medianiche condotte con l’ausilio di Pupille, attraverso le quali egli entrerebbe in rapporto con Eggregori dell’Astrale, definendo tale tipo di Magia Eonica o superiore. Ho cercato inutilmente di fargli capire che molto probabilmente le cose non stanno come egli crede.

Nella tradizione magica gli Eggregori sono Forme intelligenti distintesi, nell’evoluzione societaria delle anime, per il loro carattere di gruppo. Si tratta di individualità psichiche che si fondono, creando un insieme più grande, che rappresenta il prodotto più o meno omogeneo delle varie unità costituenti. In ogni Tradizione Magica esistono Eggregori, talvolta molto potenti, capaci di intervenire efficacemente nelle vicende astrali e umane delle Catene Iniziatiche, producendo effetti magici nell’individuo e nel gruppo. Anche la Chiesa Cattolica rappresenta, in un certo senso, un esempio imperfetto di Eggregore, dove le aspirazioni del credente, sostenute dallo stato di fede, raccordano in alto le varie individualità, edificando uno Psichismo Collettivo che viene influenzato e diretto dal potere del Pontefice, che ne rappresenta il capo indiscusso e l’esponente gerarchicamente più alto. In campo iniziatico gli Eggregori sono prodotti dalla confluenza, intorno ai simboli viventi della Tradizione, delle numerose unità vitali, umane e non umane, che rappresentano lo svolgersi progressivo, nella dimensione della materia, di una Eredità superiore che deve manifestarsi nell’eternità. Più antico è l’Eggregore, più potente è nei suoi effetti magici. Più omogenee ed elevate sul piano psichico sono le unità componenti, più l’Eggregore si avvicina al Mondo delle Cause, divenendo partecipe dei destini dell’umanità. La manifestazione medianica di un Eggregore è difficile e pericolosa, per l’intensa atmosfera di energia psichica in grado di scoraggiare i più ardimentosi.

Prescindendo da questo, solo coloro che sono abilitati in senso magico e riconosciuti degni nell’Invisibile possono collegarsi allo Psichismo intelligente del Gruppo, ricevendo ispirazioni e manifestazioni superiori. Nella pratica magica si deve distinguere quando un Eggregore si manifesta realmente o si tratta di manifestazioni apparenti, di futili esternazioni di Entità agenti nell’oscurità, richiamate dalla medianità latente di individui che si dedicano alla Magia spesso senza esserne all’altezza.

Vi sono degli Enti, prodotti nell’excursus magico, definiti convenzionalmente Eggregori, ma che non sono tali. Si tratta di Entità allettate dal contatto con l’uomo, che si costituiscono intorno ad un Essere astrale, conformandosi idealmente all’essere umano e assumendo dal suo inconscio pensieri e finiture proprie dell’amico terrestre. Non posseggono quindi una vera superiorità rispetto a coloro che le evocano. Sanno tuttavia tenere il gioco e si comportano in base all’esperienza maturata in comunione con l’essere umano, divertendosi a schernire chi li evoca, malauguratamente per coloro che si illudono di ricevere solo buone parole e saggi consigli. Molti iniziati, credendo di possedere i segreti della Magia Eonica, sono soliti servirsi di tali Entità, evocandole grazie alla loro innata capacità di percepire l’Invisibile o servendosi di mediums che spacciano per Pupilli.

Si dice che il grande Cagliostro compisse scorribande astrali per mezzo di fanciulli, destinati all’uso magico in virtù di intensi allenamenti di preghiere e purificazioni. Si deve però distinguere l’opera teurgica del grande Cofto, dall’infimo potere dell’uomo comune, che appetisce i poteri della Magia senza esserne degno. Si tratta per lo più di sensibili privi di effettivo potere, prodotti dell’escremento satanico; magonzoli che credono di poter diventare i padroni del vapore, senza conoscere il significato del termine caffettiera.

Si definiscono Pupilli i discepoli appositamente istruiti, nella loro evoluzione, a manifestare i prodigi dell’Astrale, in modo da renderli comprensibili al Maestro, che detiene il potere della volontà. La pupilla è la struttura anatomica dell’occhio più direttamente responsabile della visione. Divenire dei Pupilli significa dunque lasciarsi trasformare dal Maestro in anime pure e sensibili, capaci di riflettere il carattere energetico di pensieri viventi, che divengono così forme luminose.

Per fortuna esistono delle Intelligenze straordinariamente potenti, che agiscono inibendo le manifestazioni superiori in chiunque non sia all’altezza, in senso morale, di comprendere le verità dell’Invisibile. Mi riferisco ai tanti illusi che si servono di femmine prive di verginità interiore per colloquiare con Entità equivoche, che si manifestano con formule inutili e prolisse di Magia inferiore. Costoro devono dipendere dall’Entità evocata e al contempo nutrirla coi profumi sulfurei dei loro corpi. Nessuna verità potrà venir loro donata, solo mezze verità, concesse per asservirli a un uso sempre più improprio del sensibile. La più grande colpa di questi reietti è razzolare nell’astrale inferiore, assorbendo i miasmi delle passioni terrestri, che risplendono miseramente in ogni loro tentativo di ascesi. Si conclude così la mia breve introduzione alla Magia involuta, in un certo senso satanica, per i suoi connotati inequivocabilmente malefici e sofici.

 

Facciamo un passo avanti e chiariamo i termini del rapporto tra Magia e sessualità. Argomento cruciale, espressione dell’intolleranza dell’uomo moderno verso i condizionamenti inconsci della mistica cristiana.

Si fa rientrare nella Magia Sessuale ogni azione, prodotta nell’Invisibile, ottenuta con l’ausilio di forze autoctone del corpo, generate durante l’amplesso. Molti si sentono attratti dall’idea di dominare gli altri, attraverso un potere che sembra semplice da ottenersi e facile da controllare. Cosa c’è di meglio che fare il proprio comodo, sapendo che si può operare magicamente senza grande sforzo, anzi così piacevolmente?

Devo esprimermi chiaramente su questo punto. La via ermetica privilegia la castità, come strumento essenziale dell’ascesi.

Delle varie dottrine iniziatiche, l’Ermetismo è la più intransigente nell’inculcare il concetto dell’amore. Amore per la vita, amore per l’anima, con poche concessioni alla femmina, che resta un ideale da conseguire, più che un interesse mondano da sposare coi piaceri del corpo. Castità discende dal latino castus, che significa senza odio, senza arbitrio, con amore. L’Ermetismo non pretende che il discepolo sia assolutamente casto, ma candido, ossia puro, bianco come la neve o come un giglio; e non debole, ma forte come un leone e duro come una roccia. Castità, purezza, forza dell’anima e del corpo sono dunque gli obiettivi da realizzare e nello stesso tempo i passaggi di un medesimo procedimento, che rappresenta il programma dell’Ermetismo. La castità deve essere interpretata non solo in senso fisico, ma di tutto l’essere umano. Quindi castità di pensieri, che devono essere puri; castità di intenzioni, che devono essere nobili e positive; castità nei comportamenti, sempre ispirati al bene e al meglio.

Al contrario, non sono degni di percorrere la via dell’Ermetismo coloro che abdigano troppo facilmente dal loro diritto di essere liberi: liberi di amare e di sbagliare, ma anche di non accoppiarsi, se non lo desiderano; e di non pensare alla femmina, se altri lo pretendono.

Perciò non starò a dar consigli su come convincere il proprio compagno ad accettare il principio, secondo cui la castità è l’arma più efficace contro i pensieri di egocentrismo, che assalgono l’uomo facendolo sentire quello che non è. La castità, intesa come purità integrale in ogni circostanza della vita, rappresenta la prima difficoltà e il più grande sacrificio che attende il neofita all’inizio della strada, superato il quale egli incomincia a diventare un Iniziato. Ci troviamo dunque su sponde diametralmente opposte, rispetto a coloro che ritengono che la sessualità possa costituire un mezzo di evoluzione o di potere su se stessi e sugli altri.

Secondo l’Ermetismo esiste nel corpo un Centro energetico, localizzato a livello del plesso sacrale, che si risveglia durante la copula ed è responsabile dell’orgasmo e del conseguente piacere. Lo strofinio del pene in vagina e le manipolazioni genitali nelle forme di piacere solitario non sarebbero che modalità particolari di attivazione di tale Centro, che può essere dinamizzato dall’istinto riproduttivo, dalle sensazioni corporee e dalla castità prolungata.

Ogni volta che l’uomo si accoppia vibra in lui il potere generativo, essendo la copula l’atto animale che risveglia le potestà riproduttive del maschio, che l’attimo polluente dell’eiaculazione fa esplodere nella sua componente formale.

Si verifica però durante l’amplesso anche la manifestazione di un’energia diversa da quella fisica, una forza morale e mentale che si sprigiona nell’imminenza dell’orgasmo, venendo proiettata dal corpo e dalla mente. Non rivelerò nulla di nuovo esprimendo tali concetti, ampiamente travisati nella loro semplicità da quanti, in malafede o per ignoranza, hanno trasformato le potestà dell’uomo in fase di appetenza in tecniche di magia sessuale, che hanno condotto coloro che le hanno tentate a risultati inutili e disastrosi per il proprio equilibrio psichico.

L’antica dottrina sacerdotale stabilisce che ogni atto fisico possiede una sua controparte astrale, di modo che agendo su un organismo la sua immagine, riflessa nell’invisibile, si modifica contestualmente.

In pratica quando l’uomo entra in uno stato di eccitazione, il suo corpo vibra di piacere ma anche l’incosciente si esalta, potendo modificare la sua intima struttura sino a riprodurre la forma dell’amante. Infatti durante l’amplesso, mentre il corpo è pregno delle espansioni sensorie della forma femminile, il Corpo Lunare, ricevendo istantaneamente le varie sensazioni, forma un’immagine tridimensionale della donna così come l’ha recepita. Tale forma, in un certo senso incosciente, perché il meccanismo che la determina è rapido e involontario, diventa energica e attiva sull’inconscio dell’uomo, fondendosi ad esso. È come se si creasse, durante il rapporto, un processo di simbiosi lunare, di Contagio Fluidico, per cui le metamorfosi che si determinano nel Corpo Lunare dell’uomo sono identiche a quelle che intervengono nella donna e viceversa. Non esiste coito che non sia caratterizzato dal passaggio di contenuti inconsci e forme mentali dall’uno all’altro dei due amanti; né vi sono casi in cui il fenomeno non si verifichi o esistono mezzi per prevenirlo.

Pertanto chi volesse, attraverso pratiche di ascenso psichico, pervenire ad uno stato di purità assoluta del suo Corpo Lunare, troverebbe un notevole ostacolo nella vita coniugale o in un rapporto solo mentale con il compagno. Questo principio traduce in legge ciò che l’esperienza dimostra vero e indiscutibile. Non esistono unioni felici sotto l’imperio della mente, ma solo disperati tentativi che il più delle volte naufragano, quando uno degli amanti incomincia ad avvertire i segni premonitori dell’indeterminatezza del rapporto di coppia e sente sempre più drammaticamente il conflitto tra ciò che egli è e quello che il compagno è divenuto in lui.

Non è mia intenzione sconfinare nella Psicologia, ma restare nell’ortodossia dell’insegnamento ermetico per evidenziare, ancora una volta, le innumerevoli contraddizioni dell’essere umano. Nell’amore intellettuale, egoistico, nel piacere che cerca altro piacere non vi può essere ascesi e neanche felicità. Dopo qualche anno, anche l’unione apparentemente più riuscita, la passione più travolgente finisce per naufragare nel disagio, nell’abitudine e nella noia. La convivenza, l’adattamento del più debole al più prepotente, gli equilibri basati sulla sopportazione, gli interessi ipocriti e le paure che si riflettono sul compagno. Il pensiero dei figli, i rimorsi, il rifugiarsi nei ricordi, il potere immaginativo di creare dei sentimenti inesistenti o dei sogni che non si realizzeranno mai; l’ipocrisia di far rivivere a tutti i costi un amore che non esiste più… Tutto questo conduce all’emarginazione e all’isolamento della coppia e in alcuni casi alla fine del rapporto e alla separazione.

Al contrario la supina accettazione di un modo di vivere insano e ipocrita può determinare pericolose fughe dalla realtà, che faranno di quell’essere un potenziale traditore o un’amante. Questo è il destino che attende la maggiorparte di coloro che decidono di unire i loro destini, illudendosi di farlo per amore, senza sapere di obbedire ciecamente alla legge dell’istinto.

Il progresso dell’umanità sembra in effetti non aver privilegiato l’anima, che resta l’esponente sconosciuto di ogni essere umano mentre il corpo, noto in ogni suo intimo meccanismo, ha cessato di sorprendere quanti vedevano in esso la manifestazione della grandezza divina. L’uomo interiore resta così un mistero ed è l’arbitro della vita, perché chi non si conosce, non può migliorare se stesso con la volontà.

L’uomo crede di amare, ma è il suo corpo, spinto dall’istinto, che viene attratto dalla femmina. Si tratta di un evento biologico, meccanico, di riproduzione della specie umana, non sottoposto a leggi diverse che l’imperio di un impulso atavico, geneticamente indotto e fortemente coattivo dei comportamenti umani, che i mistici definiscono bestiali, ma che sono espressione del dominio dell’uomo da parte dello Spirito animale, che lo possiede condizionandone la vita.

Esiste dunque nell’essere umano uno Spirito animale, un essere istintivo, brutale, violento, più tenacemente legato alla terra di qualsiasi altro, perché in lui la forza della materia è intensa, aggressiva e irrazionale. Non vi è immagine abbastanza realistica per descrivere questo essere, vero Spirito della Materia, autentico dèmone guidato dagli stessi istinti primordiali, che la lotta spietata per la sopravvivenza, nel corso dell’evoluzione, ha selezionato nel senso più marcatamente disumano e amorale. La manifestazione di quest’Entità occulta è variabile da caso a caso, in alcuni essendo sporadica e mascherata dai condizionamenti del vivere civile, mentre in altri è più violenta e costante, appalesandosi talora in comportamenti antisociali, criminali o in forme orrende di depravazione e di omicidio. Sempre però, in tutti gli uomini, aleggia lo Spirito della Bestia, potendo esplodere in forme di parossismo collettivo in determinati momenti storici o in fasi trasformative di intere civiltà.

È questo un dato indiscutibile per l’uomo, che per tutta la vita deve convivere con il dèmone personale, che lo tenta spingendolo ad agire nell’interesse della suprema ragione della materia e della sensualità più sfrenata.

Non è mia intenzione turbare le idee del lettore con concetti poco consoni alla mentalità moderna. L’idea di uno Spirito animale, che aleggia nel corpo con la forza di una belva feroce o con l’insinuante perfidia della serpe può sembrare assurda, ma rende il concetto di ciò che accade nella realtà. Il dèmone del corpo vive nella mente dell’uomo e può ignificarsi, ossia essere evocato e portato nella coscienza, attraverso lo stato di foia sessuale e di attrazione magnetica irresistibile e senza freno.

L’eccitazione sessuale eccita la Bestia che vive in ogni uomo come la vista della preda stimola la iena, facendola gemere di desiderio. Quando questo accade, l’anima si risveglia agli impulsi più animaleschi, mentre il cuore e il sentimento divengono complici passivi, come il pensiero, che dominato da una forza più grande si comporta come il buffone alla corte di un re spietato e potente. Le funzioni superiori della mente divengono così il mezzo per giustificare ogni gratificazione dell’istinto; ed ogni moto del Corpo Lunare sarà proporzionato al soddisfacimento degli appetiti corporei.

Non vi è nulla di più patetico dei processi mentali di un uomo che ambisce al possesso della femmina, cercando di giustificare, agli occhi velati dei suoi deboli principi morali, una scelta ormai già fatta.

Non solo in campo sessuale, ma anche negli affari, nei rapporti sociali, nella vita intellettuale l’istinto della Bestia, l’alito immondo di questo essere infernale si fa sentire come un fatale accadimento, del quale l’uomo sembra non rendersi conto.

Lo stato erotico resta comunque il più importante fattore in grado di eccitare la parte istintiva dell’uomo, facendola divenire aggressiva e priva di pudore.

 

Riassumendo i concetti esposti, nell’uomo agiscono due componenti:

 

– Uno Spirito animale, espressione della materialità primordiale ed esponente sintetico dell’evoluzione umana e della lotta per la sopravvivenza.

– Una forza, quella sessuale, in grado di evocare il dèmone personale, spingendolo a impossessarsi del corpo e contestualmente dell’anima e della mente.

 

Tale processo si determina sempre ed ogni volta che si avvicina la polluzione questo demonio, inondato di energia, diviene potente e insinuante, fino a determinare, nelle forme deliranti e patologiche, vere ossessioni a sfondo sessuale. Invece nell’individuo comune, educato ai sani principi morali, il processo pur avvenendo sempre è meno appariscente, l’aggressività del dèmone scaricandosi sui contenuti dell’incosciente, che vengono intensificati e fatti emergere sotto forma di impulsi o pensieri apparentemente innocenti, che nascondono peraltro un’intensa polarizzazione su aspetti squilibranti della personalità. Avviene così che l’individuo, concluso il rapporto fisico, non ha affatto cessato di agire. Infatti nel profondo del suo essere la forza istintiva ha già invaso mille forme e altrettante ne ha evocate, connettendole alle prime con fili invisibili, che torneranno a influenzare in comportamenti i contenuti psichici.

Così il vizio si perpetua e certe deformazioni mentali si accentuano, fino a stati squilibranti della mente e del comportamento.

Epperò, come ho detto, non solo il rapporto sessuale costituisce il fattore evocatore dell’animalità dell’uomo, pur rappresentandone il più significativo. Altre passioni come l’avarizia, l’odio, l’invidia, la gelosia possono risvegliare la Bestia, sempre per il tramite della forza sessuale, che per imperscrutabili meccanismi inconsci riescono a evocare, sia pure con variabili connotazioni soggettive, che mai farebbero supporre all’avaro di essere eccitato all’idea di accumulare denaro.

In definitiva la forza della sessualità anima le passioni umane ed è l’alimento di cui si nutre il dèmone del corpo, che nell’individuo comune è il vero despota, che ha detronizzato il re legittimo, ossia l’uomo vero.

Si comprende come durante la copula, essendo i Corpi Lunari dinamizzati dalla forza sessuale, i contenuti inconsci, esaltati dallo Spirito animale, possano proiettarsi dall’uno all’altro degli amanti in un’invisibile competizione tra esseri della terra, che vincerà il più forte, ossia l’individuo nel quale l’animalità raggiunge l’esponente più alto. Mentre il più debole soccomberà, travolto dal peso delle forme esagitate del più depravato. Avverrà dunque il Contagio Fluidico, vera malattia morale e sempre il più puro verrà insozzato dalla marea prorompente delle fantasie morbose del compagno. Poco importa se maschio o femmina, dolce o rude, bello o sgradevole: il più forte psichicamente (e il più sporco fluidicamente) marchierà, col segno inconsapevole delle sue miserie, l’incauto che si abbandoni ignaro all’azione del suo veleno. Gli effetti saranno progressivi e si verificheranno nel tempo, potendo l’azione occulta dell’Entità, evocata durante l’amplesso, essere talmente intensa da sconfinare nel vampirismo psichico. Da cui il possibile, progressivo decadimento di uno dei partners che, nel corso degli anni, potrà vedere deteriorarsi il suo organismo fisico fino alla premorienza. Fenomeni fortunatamente rari, nella generalità degli uomini, ma frequenti in alcuni tipi fluidici che, vere mantidi, sembrano nati con l’istinto all’appropriazione indebita di fluidi ed energie non proprie.

  

  

II

  

Tornando al problema dei rapporti tra Ermetismo e sessualità, è chiaro che la purificazione del discepolo non può essere conseguita conservando le stesse abitudini dell’uomo comune. La castità resta uno dei cardini dell’educazione alla purezza e alla valorizzazione delle virtù occulte dell’Iniziato. Questo insegna l’Ermetismo. La dedizione d’amore, ossia l’atto coniugale amorevolmente devoluto a beneficio del compagno, rappresenta un utile compromesso che consente la continuità del vincolo matrimoniale, evitando i contrasti dovuti ad una situazione non prevista al momento del patto sociale.

Ricordo ai lettori che lo scopo dell’ascesi è la progressiva indipendenza del Corpo Lunare dal meccanismo delle sensazioni, evitando il più possibile le forme squilibranti che, alterando l’equilibrio inconscio, finiscono per riverberarsi nella mente, suggestionandola. Solo così infatti, isolando l’incosciente dalla marea sensoriale, sarà possibile rendere sensibile la psiche alla doppia corrente energetica, dall’anima all’inconscio e da quest’ultimo alla mente.

Nella Via Isiaca un’iniziale separazione psichica viene ottenuta con le pratiche ermetiche, abituando il discepolo alla comprensione dei principi dell’Analogia, che egli applicherà gradatamente nella vita quotidiana, cercando di renderla armonica con le leggi naturali e i bioritmi dell’universo.

Gli antichi Iniziati, nella loro semplicità, ritenevano l’uomo e la Natura sottoposti all’influenza degli astri, specie del Sole e della Luna, più vicini alla Terra e più accessibili all’osservazione diretta. Applicando il criterio intuitivo dell’analogia, essi credevano che esistesse una precisa corrispondenza della vita universa e dei fenomeni naturali con l’uomo, sia dal punto di vista fisico che psichico, non solo per essere egli sottoposto alle sottili influenze del Cosmo, ma perché, tutto vivendo nell’unità del Pensiero Divino, la mente umana obbedisce alle stesse leggi e ai medesimi ritmi, o fasi, che regnano nella dimensione sovrumana, ossia nel Macrocosmo. Così essi pensavano che nell’uomo risplendesse un Sole Spirituale, ossia un Principio Intelligente che, analogamente al Sole fisico, sorge e tramonta, potendo essere occultato da nubi e nebbie, che rappresentano nella psiche le innumerevoli imperfezioni che nascondono la sua manifestazione visibile, valutabile cioè esteriormente e interiormente. Allo stesso modo essi ritenevano che l’anima umana, intendendo con essa il Corpo Lunare, obbedisse alle medesime leggi manifestative della Luna, che identificavano con la parte passiva della Natura, ossia con l’Utero Planetario che riceve gli influssi del Sole Spirituale, per produrre tutte le cose del nostro mondo. E come la Luna possiede un suo ciclo astronomico di ventotto giorni, diviso in quattro fasi; come che essa influisce diversamente e a secondo della fase sulla Natura, così essi pensavano che l’anima umana subisse i medesimi influssi, manifestando la stessa mutabilità, la identica ciclicità tipica della Luna nella sua apparenza fenomenica. La moderna astronomia, evidenziando il carattere elettro-magnetico dell’influenza lunare, non ha fatto che confermare in linguaggio più scientifico l’antica osservazione degli effetti dell’irraggiamento lunare sulla natura terrestre, sulla vita vegetale e animale, sulle piante, sulla materia e sulle maree, per aumento o sottrazione, per crescita o involuzione. Analogamente nell’uomo le fasi lunari agiscono sul sistema nervoso, sul sonno, sugli stati di esaltazione fisica e psichica, sull’intelletto e sull’anima, caratterizzando, nelle forme di influenza estrema o di massima sensibilità il temperamento lunatico, tiepido, mutevole, arrendevole e bizzarro, influenzabile e soggetto alla depressione, linfatico e incline alle malattie da stasi o per accumulo.

Gli antichi saggi ponevano il ciclo delle influenze lunari tra due opposti estremi, corrispondenti alle fasi astronomiche della Luna Nuova e della Luna Piena, che rappresentavano periodi di stasi o di maturazione delle influenze determinatesi nelle fasi crescente e decrescente del ciclo lunare. Così la Luna Nuova o Luna Nera segnava il governo delle ombre sulla luce, l’impianto nell’Utero fecondo della Natura degli innumerevoli semi ed embrioni vitali destinati alla germinazione e alla crescita, rappresentando il momento di massima attività di tutte le influenze occulte, che si sviluppano nell’oscurità, quando la luce del Sole, riflessa dalla Luna, non giunge a purificare le cose. La Luna Nuova è pertanto tradizionalmente propizia alle operazioni magiche che comportano la creazione di forme psichiche destinate a maturare o ad oggettivarsi, ma nello stesso tempo rappresenta il momento più delicato di ogni atto creativo, in quanto è in Luna Nuova che vengono poste le basi naturali per lo sviluppo dei nuovi organismi. La Luna Piena rappresentava invece la fase di maturazione di tutte le forme, nella quale si concludevano i complessi fenomeni di accrescimento e di nutrizione, che avevano segnato la Luna crescente e che entravano così in uno stadio maturativo più avanzato e stabile. La Luna Piena riflette al massimo grado i raggi del Sole, illuminando il mondo con la sua luce argentea ed evocando, al suo chiarore spettrale, le immagini evanescenti che rappresentano l’anima delle cose, che il Sole rende visibili nei loro variopinti contrasti, ma i cui contorni la luce lunare fa apparire vaghi e uniformi, a stabilirne il carattere apparente ed illusorio. I praticanti di Magia Naturale ben sanno che ogni atto magico, compiuto in Luna Piena, risulta inefficace e pertanto in tale periodo sono soliti astenersi da qualsiasi rito, poiché ogni prodotto ancora embrionale delle loro operazioni sarebbe destinato ad abortire, segnando la Luna Piena il momento di transizione tra i processi di accrescimento e quelli di dissoluzione delle forme, che essa rende statiche, immobili e prive di dinamismo.

Tra i due estremi di Luna Nuova e Luna Piena si succedono le fasi di Luna Crescente e Luna Calante segnate, al contrario delle precedenti, dal movimento, dal divenire di tutte le forme nel senso di un aumento o di una sottrazione e da fenomeni naturali di vita e di morte. In Luna Crescente si decide il destino di ciò che l’uomo crea in potenza con la forza dell’immaginazione, iniziando a definirsi in questa fase le operazioni iniziate in Luna Nuova, che peraltro in Luna Piena giungeranno a compimento.

Al contrario in Luna Calante dominano i processi degenerativi e di decomposizione delle forme, siano esse di natura psichica o materiale. Ogni influenza distruttiva, ogni volontà perversa di morte o esaurimento per maleficio, qualsiasi operazione stregonica attuata con l’ausilio di Entità malefiche dell’astrale richiede, per la sua riuscita, di essere condotta in Luna Calante, essendo in tale periodo che l’equilibrio delle forze naturali si sposta nel senso di una fisiologica involuzione, mentre divengono più deboli e incerte le influenze opposte, favorevoli e anabolizzanti, che sono massime in fase di Luna Crescente.

La Legge di Analogia rappresenta il carattere divino della manifestazione individua, responsabile delle mutazioni inconsce che intervengono nell’essere umano, interferendo positivamente o negativamente con i suoi propositi. Intuire i rapporti occulti che collegano tra loro le creazioni della Mente Universale è difficile e non sempre chi si appresta alla Magia possiede naturalmente la sensibilità necessaria per cogliere il divenire della Materia nei suoi impercettibili dinamismi.

Occorrerebbe risalire la mitica Scala di Giacobbe per giungere nel Mondo delle Cause, dove il Pensiero Divino risplende nella sua sfolgorante bellezza.

Tuttavia, progredendo lungo la via ermetica, le modificazioni che intervengono nella psiche del discepolo consentono di avvicinarsi gradatamente ad una interpretazione più naturalistica della vita, inserendosi nelle Correnti Energetiche di portata universale che rendono possibili realizzazioni altrimenti impensabili.

Le pratiche di ascenso, utilizzate in capo ermetico, sono basate sulla Legge di Analogia, frutto della capacità del Maestro di risvegliare, nel tempio del suo corpo (Microcosmo), le medesime armonie che vigono nell’Universo (Macrocosmo).

Il discepolo, che esegue con fiducia i riti ermetici, si pone pertanto in sintonia con le Forze Universali che possono aiutarlo nell’opera di purificazione e di evoluzione rapida, prescindendo dal grado di evoluzione conseguito. Ecco anche la ragione per cui, in attesa di cogliere ermeticamente il significato occulto delle cose, le ritualità dovrebbero essere eseguite in maniera il più possibile fedele alle prescrizioni del Maestro, rinviando ogni considerazione alle fasi ulteriori dello proprio sviluppo.

Un esempio semplice valga per tutti. Avendo come scopo la purificazione isiaca, si può agire analogicamente sul proprio Corpo Lunare attraverso abluzioni o bagni purificatori. Nei Riti ermetici di novilunio, per esempio, i lavacri vengono eseguiti esattamente nell’ora della fase lunare, ossia di Luna Nuova. Come la Luna nasce pura, il primo giorno del suo ciclo, allo stesso modo il discepolo chiede alle Forze invisibili che il suo Corpo Lunare, pregno di impressioni squilibranti, torni nello stato di purità che è proprio del momento della nascita. E come l’acqua lava il corpo dalle impurità della materia, così con l’acqua il discepolo monda analogicamente l’anima sua da ciò che ottenebra la sua sensibilità, impedendogli la percezione della verità. Si capisce che, analogicamente parlando, sarà da preferirsi l’acqua di fiume o di torrente, perché espressione dell’aspetto dinamico delle forze lunari che si vogliono risvegliare nella psiche del novizio. Mentre l’acqua del mare o di un lago, essendo stagnante, è meno adatta al raggiungimento dello scopo. Applichiamo adesso il criterio analogico al simbolismo di Mercurio, così come ci è stato tramandato dalla tradizione astrologica: una semiluna, disposta orizzontalmente su di un cerchio, che si continua nella parte inferiore con una croce. Ricordando i concetti esposti, la semiluna rappresenta una delle fasi dinamiche del ciclo lunare, significando che il Principio Intelligente o Solare attivo, nell’atto della creazione delle forme, deve sposarsi all’azione dinamica della forza lunare, matrice di tutte le cose. In altri termini il Sole o Principio Intelligente, colto nell’atto di emanazione delle virtù elementari, ossia nel suo stato venereo ed igneo, agisce sul Corpo Lunare, rappresentato simbolicamente dalla semiluna, determinando la neutralizzazione del Binomio attivo-passivo, maschio-femmina nell’unità del Principio Divino, operando così la creazione di una nuova forma. Nel simbolismo di Mercurio il Principio Solare è dunque rappresentato nell’atto di esplicazione della sua volontà, ossia nella sua fase attiva, maschia e fecondante; mentre il Lunare è colto in uno dei suoi momenti di mobilità e di trasformismo, in senso crescente o decrescente. In altri termini Mercurio esprime lo stato dinamico del Principio Intelligente nel suo applicarsi al divenire del mondo fenomenico, dei cui incomprensibili cifrari diviene docile strumento di conoscenza.

Negli stati venerei o stati di appetenza, in Natura come negli stati di Mag, il Centro Intelligente, interagendo col Corpo Lunare, riproduce in potenza e in effetto il processo di creazione delle forme. Nell’individuo comune ogni azione del Centro superiore sul Corpo Lunare è invece occasionale, involontaria e il più delle volte inutile, perché resa vana dalla maggiore o minore impurità del Corpo Sidereo. È per tale ragione che gli alchimisti differenziavano il Mercurio volgare, che abbonda nell’uomo comune, dal Mercurio Filosofico proprio degli Iniziati. Nel primo l’Intelligenza solare si applica ad un mondo interiore caotico e confuso, nel quale le qualità elementari, che imprimono particolare tonalità affettiva ai pensieri, ai ricordi e alla complessiva attività psichica dell’individuo si associano caoticamente, così da rappresentare un universo mentale mutevole e disorganizzato. Nel secondo il Principio intelligente agisce su di una sensibilità purificata, nella quale le polarità elementari sono ricondotte al loro carattere di influenze pure, emanazioni dirette dell’Intelligenza Prima, determinanti senza interferenze le varie funzioni della psiche, in modo da consentire un’osservazione obiettiva della realtà e la maturazione di un vissuto interiore armonico ed equilibrato. In tali condizioni evidentemente ogni azione volitiva del Centro superiore risulta produttiva di risultati, svolgendosi su di una struttura interiore che le lunghe pratiche purificatorie, è il caso dell’Iniziato, hanno depurato dai riverberi illusori della materia, donandole il carattere unitario ed omogeneo proprio dello stato di santità. Al contrario la mente dell’uomo comune appare divisa, in preda all’anarchia di complessi autonomi che, formatisi per effetto della meccanica ripetizione di pensieri e dell’abitudine a reagire secondo cliché emotivi stereotipati, tiranneggiano l’individuo rendendolo un automa nel quale si alternano, senza logica determinazione, i vari personaggi che egli interpetra – suo malgrado – sulla scena della vita.

Non sottolineerò mai abbastanza l’assurdità della condizione dell’uomo, che presume di essere sempre lo stesso ignorando che ogni giorno, evocate dalle mutevoli circostanze della vita, si manifestano in lui innumerevoli forme, ciascuna delle quali può divenire una diversa personalità, condizionando pensieri e azioni che egli si illude siano coerenti, ma che sono solo la conferma della sua imperfezione. Gli antichi conoscevano bene tale stato alienante dalla riconquista degli autentici valori della vita, che rappresentavano con una spirale, gorgo immenso nel quale l’Intelligenza Prima precipitava, costretta a girare vorticosamente lungo i circuiti stereotipati dell’anima, sempre più in fondo verso l’incoscienza, tentando invano, nei pochi istanti di consapevolezza, di liberarsi dalle forze lunari che la costringevano in una morsa di illusione e di morte. L’esperienza non fa che confermare la verità delle concezioni ermetiche. Vi sono uomini che, teneri e arrendevoli nel loro ambiente familiare, divengono l’opposto quando, fuori delle mura domestiche, indossano i panni dell’uomo d’affari freddo e calcolatore, del magistrato inflessibile o del soldato coraggioso e crudele. Mentre altri, perfidi e prepotenti coi loro simili, possono commuoversi fino alle lacrime dinanzi alla maestosità di uno scenario naturale o all’affascinante bellezza di una notte stellata, incapaci di sentimenti di pietà e di amore fraterno, ma pronti a decantare le delizie dell’amore sdolcinato o ad infiammarsi di tenera passione all’invitante sorriso di un’amante.

In tutti gli esseri umani vi è un’estrema variabilità degli stati psichici e giorno per giorno possono alternarsi, nello stesso individuo, l’osservatore lucido e il distratto, il temperamento emotivo e il calcolatore, il puntuale e l’impreciso, l’allegro e il depresso, l’acuto e lo stupido. Sempre però il carattere dello stato mentale assume la funzione di maschera, di personalità alternante, che si ripresenta ogni qual volta le circostanze della vita riescono ad evocarla offrendo a quell’eterno commediante che è l’uomo l’illusione di una vita cosciente. Infatti la continuità di coscienza non è che il frutto del rapidissimo movimento vibratorio dell’Intelligenza che, spostandosi istantaneamente da una forma psichica all’altra, le anima tutte, facendole vivere di un’esistenza effimera, fino al momento in cui scompariranno sprofondando nell’abisso dell’incosciente. Il Principio intelligente, costretto in una spirale di follia, fa vivere così tutte le forme che il Lunare gli presenta, recitando i ruoli di un copione monotono, che dura tutta la vita e si conclude con la morte.

La mente comune non distilla dunque che un Mercurio sterile, acquoso, volgare, corrodente le qualità intrinseche dell’intelligenza umana, perché non crea che fantasmi, ombre illusorie che animano apparentemente la vita dell’uomo, rendendolo un alienato alla ricerca di valori inesistenti.

Non così è nell’Iniziato il quale, distrutte le suggestioni del mondo formale, si libera dall’influenza lunare acquistando la facoltà di essere sempre in equilibrio, identico a se stesso, acuto osservatore del mondo fenomenico, che domina divenendone il signore.

Nella tradizione ermetica si soleva rappresentare l’intelligenza dell’uomo con un cerchio, al di sopra e al di sotto del quale si disegnavano due semilune, la superiore indicando un Crescente lunare e l’inferiore una Luna Calante. Volendosi con ciò significare che il Principio intelligente può estrinsecarsi secondo una duplice direzione, ovvero gravitare in un duplice, opposto campo di forze lunari, in questo consistendo il libero arbitrio dell’uomo, che può deliberatamente scegliere quale delle due direzioni seguire, patendone però le conseguenze.

Considerato che le fasi di Luna Crescente e di Luna Calante rappresentano momenti dinamici dell’influenza lunare, caratterizzate l’una da fenomeni di accrescimento e l’altra dai movimenti contrari, risulterà che nella mente tali fasi corrisponderanno, analogicamente parlando, a due distinte situazioni psichiche (o a due condizioni dell’anima).

Nel Crescente lunare sono riassunti i processi evolutivi della psiche, nel suo progressivo mondarsi dalle forme aberranti e perverse, che alterano la percezione della realtà, rendendo l’Intelligenza prigioniera di un enorme labirinto senza uscite, nel quale vaga incerta tutta la vita.

Dal basso verso l’alto, dal meno perfetto al più evoluto degli uomini, lo stato di purità del Corpo Lunare rappresenta la meta costante di tutti gli Ordini Sacri, che si prendono carico dell’evoluzione delle anime e dei destini dell’umanità. Dal noviziato coi suoi digiuni purificatori alle prime rituarie di ascenso psichico, sino alle forme più avanzate di Magia divina, la vita dell’Iniziato è una lotta continua, terrificante e dolorosa contro tutto ciò che opprime la sua sensibilità profonda, che macchia la virginea purità del suo Corpo Lunare, ipnotizzandolo con le fantasmagoriche visioni dei sensi e asservendolo al dominio delle allucinazioni di una mente resa schizofrenica.

La leggenda biblica di Eva, che tenta Adamo, non è che la rappresentazione simbolica di una antica verità templaria, che bene esprime lo stato del Corpo Sidereo nell’uomo comune. Eva, il Corpo Lunare, fedele compagna di Adamo, l’Intelligenza, si lascia tentare dal Serpente, ossia dalla sensualità della percezione sensista, offrendo la mela al suo sposo perché la gusti, ossia se ne nutra divenendone lo schiavo. Nel tipo comune l’intelligenza dell’uomo vive asservita alla sensibilità lunare, suggestionata da ciò che di bello e piacevole le proviene dal mondo esterno, facendola vibrare. Alla vista di un’avvenente fanciulla, Eva maliziosamente sussurra: «Osserva i suoi occhi dolci, le sue membra perfette, i lineamenti sinuosi e conturbanti del suo corpo e pensa a quanto godrai rendendola tua!»… E Adamo, da quel momento in poi, non penserà che a lei, non vedendo che ciò che Eva vorrà che egli veda!… Infinite sono le suggestioni che colpiscono un Corpo Lunare così conformato e i giornali, la televisione, i mass media, che assalgono la nostra sensibilità con immagini irreali, proponendo modelli di vita assurdi, ma pieni di fascino e di promesse accattivanti, trasportano sempre più l’Intelligenza verso un mondo di illusione. Persino le ideologie politiche, le rivendicazioni sociali, il femminismo, i movimenti culturali e di opinione, che si costituiscono intorno a bisogni effimeri quanto inutili, ad aspirazioni superflue quanto ipocrite; tutto quello che l’uomo moderno sogna e immagina di fare è il frutto di una suggestione continua sul suo Corpo Lunare passivo, che si plasma a immagine di una realtà illusoria, regolata dalla legge perversa del piacere, dell’avidità e del guadagno.

Invece nell’Iniziato la purificazione del Corpo Lunare conduce alla progressiva liberazione del Principio Intelligente il quale, reintegrato nella sua dignità divina, torna ad essere, come in origine, l’arbitro dell’anima umana. Nell’Iniziato dunque l’Eva tentatrice si trasforma in Maria, ossia nel tipo perfetto di anima, monda di ogni effluvio terrestre, la quale nello stato di purità verginale nutre il Cristo, che si manifesterà in ogni uomo che sappia trasformare la sua anima sensuale in una Creatura celeste. Maria, l’eletta del Signore, ma anche la Domina Maris, regnante sull’immenso oceano di Luce Astrale, che gli antichi saggi identificarono con la Luna e che l’iconografia cristiana colloca, nel suo quarto decrescente, sotto i piedi dell’Immacolata Concezione, o Vergine delle vergini, per rievocare il sublime ideale della purità sopra le lordure del mondo volgare, ma anche per indicare, ai neofiti di tutte le Magie, l’unica strada per pervenire.

Al contrario nello stato di Decrescente lunare, o di Luna Calante, si realizza la follia della schiavitù dell’Intelligenza alla tirannia del Corpo Lunare forte, perverso, violento nell’esplicazione dei fenomeni psichici, incontrollabile dalla volontà resa impotente e dominatore incontrastato del corpo, di cui dispone liberamente manovrandone, diabolico burattinaio, istinti, bisogni, appetiti e determinandone i comportamenti verso la perfidia, la sensualità e l’odio.

Gli antichi identificarono lo stato di involuzione del Corpo Lunare con Lilith, dea lunare dell’impudicizia e della sensualità, potente e perversa rappresentante, nel simbolismo magico-religioso, delle capacità proiettive, caotiche e irregolari del Corpo Lunare, che diviene capace di esteriorizzarsi autonomamente, ossessionando coi suoi turpi vaniloqui la mente indifesa, ma anche di agire subdolamente sugli altri, influenzandoli e avvolgendoli, vittime inconsapevoli, nelle spire voluttuose del suo abbraccio mortale.

La droga, specie le tossicosi da eroina o cocaina, provoca spesso effetti devastanti sul Corpo Lunare, imbevuto di materialità e pregno di sogni e illusioni potentemente esaltate dallo stato delirante tipico del tossico-dipendente. Soli, insicuri, sfuggiti per l’aura mefitica che li circonda, incapaci di ogni rapporto umano stabile e sincero, questi infelici vagano per il mondo baloccandosi con idee megalomani, colmi di rancore ed odio per quanti avvertono ostili e diversi; violenti e aggressivi con amici e parenti, di cui disprezzano i buoni consigli, ma docili e in apparenza sottomessi verso coloro che, per interesse o debolezza, sembrano assecondare ogni loro capriccio. Corrosi dalla larva immonda del loro insaziabile desiderio, essi si abbandonano inermi al tarlo della dipendenza, che li corrode senza speranza. E mentre immobili di fronte a uno specchio, ipnotizzati dalla corrente magnetica che si sprigiona dai loro occhi, restano assorti in una sorta di trance medianica, essi osservano con raccapriccio le metamorfosi del loro viso che, ghignando beffardamente, si trasforma nell’orrida maschera di Lilith.

Il mito della Lilith, la Sposa di Satana, espressione di un Corpo Lunare potente e incontrollabile nelle sue manifestazioni, rivive nelle mille storie della Magia involuta e della Stregoneria, consegnate agli annali della perversione e della follia.

Di notte, alla flebile luce di una candela, il cui bagliore spettrale sembra dare vita agli spessi vapori di zolfo, che disegnano nell’aria ombre minacciose e immagini irreali, la fattucchiera, china sull’immagine del nemico, prepara le terribili misture che opereranno il suo piccolo miracolo di odio. Colma di rancore, ebbra di rabbia e di desiderio di vendetta, muovendosi ritmicamente e salmodiando strane litanie, la strega pone in libertà la sua Lilith, che evocata dal desiderio angoscioso, vibrante del suo stesso odio, forte di un’energia tellurica e agghiacciante, si sprigiona dal corpo come i fumi corrosivi dell’acido solforico, investendo col furore di un’Erinni lo sfortunato che ne viene travolto. E mentre invoca Satana, che l’aiuti a distruggere tra mille tormenti il suo nemico, ella non si rivolge che al suo Lunare involuto, alla sua sensibilità corrotta, che nello spasimo di un’esaltazione orgasmica vibra all’unisono con le forze demoniche che pullulano sul lato oscuro dell’Anima dell’Universo, evocando intorno a sé, avidi di sangue, Esseri diabolici che l’assistono nella sua opera di morte.

Nel Decrescente lunare prende vita la magia delle forme involute, la follia turbinante delle passioni più abiette, dell’egoismo più turpe, della sensualità più animalesca nutrita in un’anima cieca di luce, che non rifugge di fronte a nulla pur di soddisfare, a spese degli altri e pagando un prezzo enorme d’infelicità, la sua insaziabile sete di niente.

L’Intelligenza dell’uomo, che nel tipo comune vive della luce riflessa dal Corpo Lunare, passivo e sensuale, nel discepolo che tenta la strada dell’evoluzione o nel sensibile che, per retaggio storico, avverte una seconda natura spingerlo verso l’invisibile, è libera di seguire una duplice strada potendo, attraverso la purificazione della sua anima, aspirare alla purità dello Stato di Maria oppure, abbandonandosi all’impulso delle passioni più animalesche, cadere preda della tirannia del Decrescente lunare, ossia dei pensieri e delle emozioni che accomunano l’uomo alla bestia, rendendolo schiavo della follia e dell’irrazionalità più sfrenate.

Nel primo caso l’Intelligenza diventa padrona del corpo, sposandosi con l’anima e nutrendo, nel Corpo Lunare purificato i germi di volontà destinati a germogliare fino alla nascita del Cristo, che assiderà l’intrepido sul trono dell’eroe.

Nel secondo caso l’uomo diventa schiavo del mondo decadente delle forme, mentre l’Intelligenza Divina, smembrata nelle infinite larve che agitano la mente dell’infelice, diventa il Dio di un inferno che non cesserà di tormentarlo neanche con la morte, partorendo legioni di demoni che banchetteranno con le sue carni, finché l’oblio di una seconda morte non porrà fine a quelle immani sofferenze.

Tuttavia, anche nelle vite successive, l’incauto che sia caduto nelle spire del Serpente continuerà a pagare per i suoi errori perché, pur mondata in un lavacro di fuoco, la sua anima conserverà in potenza i germi infetti della separazione, tendendo, per terribile fatalità, a ripercorrere la stesso cammino di dolore. Per tale ragione i Maestri non cessano di mettere in guardia i loro discepoli dall’intraprendere qualunque operazione di Magia senza un’opportuna purificazione, consigliando loro di non sfidare la collera divina, bussando alle porte argentee del Tempio prima di aver placato gli dei con la pratica delle virtù e di una vita esemplare.

 Krejis

[continua]