Per chi suona la campana

INTRODUZIONE

 L’antica Tradizione Egizia dava risalto all’evoluzione umana dal punto di vista energetico, edificando un Corpus di dottrine e di pratiche ascetiche di grande efficacia, che per secoli furono relegate nel segreto dei Templi e che solo in parte vennero comprese nell’antica Sapienza Salomonica e nelle principali Tradizioni Iniziatiche medio-orientali e Sufiche. Di tali pratiche si può trovare una flebile traccia in alcuni testi della letteratura funeraria egizia, nei Testi delle Piramidi e nei Testi dei Sarcofagi, risalenti al periodo tra Antico e Medio Regno.

Il più delle volte tali conoscenze non furono mai scritte, venendo trasmesse oralmente da maestro a discepolo. In origine il risveglio dei Centri di Forza richiedeva l’intervento del Sacerdote di Osiride, che deteneva il potere del suono, trasmettendo sul piano vibratorio l’energia-fuoco che da sola poteva accendere la spiritualità del miste, risvegliando la sua anima solare dal lungo torpore nella carne.

L’Ermetismo, in gran parte di derivazione egizia, ereditò la Chiave di molte pratiche di ascenso psichico, destinate alla purificazione dei Centri Energetici ed alla loro emancipazione in senso trascendente, sino a farne delle vere e proprie porte di accesso verso dimensioni parallele.

L’interpretazione Kremmerziana trascurò l’aspetto individuale dell’evoluzione ermetica, preferendo concentrarsi sulla sperimentazione della Catena Magnetica a scopi terapeutici, partendo dal presupposto che l’emancipazione collettiva fosse sufficiente per trascinare le Pile meno potenti, ossia i discepoli meno evoluti, verso uno sviluppo precocissimo e intelligente. Il Maestro napoletano non aveva fatto i conti con le tante nerezze dell’essere umano e con la scarsa collaborazione delle Forze del Regno, non disposte ad essere coinvolte nel suo progetto romantico quanto rischioso.

Infatti la sperimentazione collettiva non diede i risultati previsti, tanto che Ciro Formisano finì con il prendere le distanze dalla Fratellanza di Miriam, che da quel momento in poi vagò nella Corrente Astrale, travolta dalle vicissitudini personali di coloro che ne furono a capo. Né valse l’alto protettorato dell’Ordine Osirideo Egizio a correggere la rotta ormai senza controllo della Catena Miriamica, destinata col tempo a perdere ogni contatto con il Mondo delle Cause, divenendo talvolta espressione di magnetismo impuro e fonte di illusione e di errore per molti suoi iscritti.

Una Catena Fluidica rappresenta, sul piano energetico, la somma delle astralità dei suoi componenti: se il loro grado di purificazione è alto, la Catena diviene una fulgida e potente espressione dell’Anima Mundi. Se invece i partecipanti al Rito sono impuri sul piano energetico, o se contengono essenze-anima non idonee al trasformismo ermetico, il risultato é deludente, rappresentandosi, nei singoli, solo gli aspetti morali più egocentrici e passionali, elevati all’ennesima potenza dalla ribollente atmosfera fluidica della Catena.

Questa è la ragione per cui molti Kremmerziani non condivisero sino in fondo l’impostazione delle Accademie Miriamiche, non avendo potuto constatare in sé effettivi progressi, né in termini di evoluzione psichica, né dei risultati terapeutici. Questo nel caso dei più svegli. Molti altri invece continuarono a praticare, sedotti dall’ambizione e dal desiderio di potere, in molti casi tentando senza alcuna preparazione la Strada Alchemica, spinti dalle logiche fuorvianti di profanatori e sedicenti iniziati contagiati nell’anima dal Caos. I risultati furono e sono disastrosi.

Non mi stancherò di ripetere che in tutto ciò che é accaduto negli sparuti Gruppi Miriamici dopo la morte del loro fondatore, il Kremmerz non c’entra affatto. Tentare perciò di strumentalizzare il suo nome, per acquisire credenziali di ortodossia dinanzi alla tribuna dei polli non serve a nulla. La sua figura di Iniziato non è in discussione. Ciò che è stato creato (o distrutto) dopo di lui, quello invece sì.

I danni psicologici che si possono provocare in campo iniziatico, specie ai più sensibili, sono spesso incalcolabili. In questo sono abbastanza fatalista. In genere chi ha un’anima evoluta, si sottrae facilmente al male. Chi invece deve sbagliare, sbaglia. Tuttavia mi sono chiesto se potessi fare qualcosa per cambiare le cose. L’Ermetismo, specie nella sua parte alchemica, è una strada selettiva, alla quale sono ammessi pochissimi predestinati. È un assioma ermetico, al quale molti Kremmerziani diedero poco credito, con i risultati che tutti conoscono. D’altra parte ritengo che si debbano aiutare le persone di buona volontà, cercando di avere a cuore il loro destino di uomini, prima che quello della Catena Magnetica.

Il mio ragionamento è semplice: se l’uomo si purifica in senso ermetico, può darsi che delle Porte si aprano per lui verso l’Invisibile. In ogni caso la sua vita migliorerà, il suo carattere migliorerà e i suoi contrasti interiori si attenueranno in un rinnovato senso di amore per la vita e per i suoi simili.

Credo di non sbagliare affermando che la maggior parte di coloro che cercano una strada spirituale, lo fanno per sfuggire all’infelicità e alle frustrazioni della vita sociale. Trattarli con onestà e con amore è, a mio avviso, molto meglio che illuderli con l’idea di un’evoluzione divina che non sta né in cielo né in terra. Per la semplice ragione che chi è predestinato lo scoprirà solo dopo un lungo tirocinio di pratiche finalizzate all’equilibrio ed alla conoscenza. Ecco la ragione per cui mi sono deciso a pubblicare quest’articolo, cercando di indirizzare il tiro verso il vero soggetto dell’ascesi, il novizio incerto, dubbioso e insoddisfatto, per dirla col Kremmerz, anzichè puntare il dito verso evoluzioni il più delle volte drammatiche, quanto presunte, verso la solarità e lo stato divino.

Ho ripreso antiche conoscenze e le ho miscelate con quello che di buono c’è, dal mio punto di vista, nella Tradizione Orientale, partendo dal presupposto che la verità è una, in qualunque lingua venga espressa. Ma il lettore non si lasci ingannare dalla mia prosa scontata o dall’uso di termini presi in prestito da altri. La maggior parte dei concetti espressi appartengono alla Tradizione Egizia, come le tecniche di purificazione e di ascenso, riservate a coloro che dimostreranno di essere effettivamente idonei a servirsene.

Devo aggiungere che difficilmente pubblicherò altri articoli sui Centri Energetici. Ho voluto dare un semplice assaggio del metodo che intendo seguire. Il resto si potrà solo immaginarlo o domandarlo al proprio Ermete, se ovviamente si possiede un Ermete.

Infine non se l’abbia a male qualche kremmerziano per le mie considerazioni sulla Fratellanza di Miriam. Non avevo e non ho intenzione di offendere nessuno. Bisogna però che qualcuno dica finalmente ciò che pensano in molti, senza alcuna velleità di atteggiarmi a Maestro o di creare un’ennesima Scuola di Ermetismo.

Gli uomini del ventunesimo secolo hanno il diritto di respirare finalmente un’aria più fresca e pura, liberandosi dalle trappole ideologiche che li costringono nei circuiti stereotipati delle idee fatte e della falsa personalità. Trappole nelle quali finiscono per cadere anche i migliori, fagocitati, nella loro ricerca di verità, dall’ottenebrante Spirito dell’Errore, la temibile Corrente Astrale, che si riflette potentemente nei Centri di Potere Iniziatico, corrompendo specie coloro che si abbandonano all’istinto e all’ambizione.

Credo che il primo obiettivo di ogni uomo intelligente sia di essere sereno e di amare la vita. È nella nostra esperienza di uomini del 2000 che dobbiamo trasferire il patrimonio dell’Uomo Storico, distillando nella mente la nostra eredità ancestrale, per divenire degni del compito che la vita ci assegna.

Ogni iniziato alla Luce Ermetica deve diventare un faro di amore, che irradierà il bene e l’equilibrio sulla sua famiglia umana, come sui suoi fratelli nella strada spirituale. In fondo era lo stesso desiderio di Giuliano Kremmerz quando iniziò la sua missione. Se le cose non andarono come previsto, probabilmente non fu solo colpa sua. Fu comunque un grande Maestro. Il suo pensiero dovrebbe evocare negli ermetisti di oggi sentimenti di rigorosa austerità e di rispetto. La sua figura umana non ha bisogno di essere compresa, né giustificata. Difenderlo a oltranza non serve. Bisogna amarlo. E in questo non credo di dover imparare nulla da nessuno.

 

[Parte I]