Per chi suona la campana – parte I

PARTE PRIMA

 Dei Centri Energetici che caratterizzano l’Uomo Invisibile il primo ed il più importante, nei primi passi della strada spirituale, é il Nucleo Basilare, detto Mooladhara Chakra nella Tradizione Sanscrita, punto nodale del processo di purificazione ermetica. Ogni aspirante alla Luce dovrebbe conoscere il significato del Mooladhara, fonte emanatrice di oscurità come dell’intelligente e materna energia dell’Universo. Il Mooladhara assorbe l’energia dalla Terra, per rifletterla nell’Essere Occulto, che nell’uomo comune é fuorviato dall’istinto e sottomesso al Caos.

Il Mooladhara pulsa ritmicamente alla base della colonna vertebrale, nella regione perineale. La sua funzione é di rendere fluida l’energia, distruggendone i coaguli densi. Esso diviene iperattivo negli stati di appetenza venerea e nelle ossessioni a sfondo sessuale. La sua obliterazione caratterizza l’involuzione secca dell’iniziato, quando sacrifica ogni fattore umido della sua anima (sentimento), dilungandosi impropriamente nelle pratiche involventi dell’Alchimia.

Il lettore deve comprendere il senso delle mie parole. Nel nostro Mondo, dove mente e anima si congiungono nell’unità, il Mooladhara rappresenta una meta importante a cui -sempre- si deve tendere.

Vi sono situazioni che agiscono come fattori in grado di interferire con il Centro Basilare, la cui potenza emissiva viene grandemente compromessa. Nell’uomo sessualmente eccitato il Mooladhara emette nel suo spettro più scuro, dal rosso al nero. Rispetto all’asceta la sua pulsazione diviene più lenta e irregolare, mentre forze grossolane solcano la sua superficie, convergendo sull’organo riproduttivo. L’energia del Mooladhara investe così l’Osso Sacro, indirizzandosi verso lo speco vertebrale e coinvolgendo il Canale Centrale (Sushumna) sino ai Nuclei energetici superiori. La conseguenza é l’opacamento di ogni luminosità nell’ordine naturale dei Chakra. Inoltre le vibrazioni squilibrate finiscono per coinvolgere il corpo fisico, inondando la prostata, che si congestiona, l’intestino e i plessi nervosi del Sistema Parasimpatico, essenziale per il risveglio, contenendo le sinapsi del sistema di Nadi, attraverso cui viene alimentato il Secondo Corpo.

Il risultato, sul piano spirituale, é l’impossibilità di manifestare l’Essere Inconscio, cioè l’Uomo Storico. L’onda sfigmica del Mooladhara, reso cocente e violento nella sua pulsazione, ritarda l’evoluzione psichica, costringendo i sensi interiori a coniugarsi con le forme evocate durante la copula.

Le pratiche tantriche rappresentano una possibile causa di congestione e di blocco del Centro Basilare, quando riferibili a stati di plagio o di infime influenze psicologiche da parte di presunti maestri spirituali. L’Occultismo, nel suo senso più deteriore, rappresenta un ulteriore esempio di quali infauste conseguenze derivino dall’azione imprudente dell’iniziato. Allo stesso modo lo Spiritismo attrae nell’essere umano i resti fluidici del disincarnato, che si fissano nella regione del Mooladhara assorbendone l’energia e intossicando il Chakra, che si consuma progressivamente nell’oscurità di un’insulsa propensione verso l’ignoto.

Normalmente l’energia del Mooladhara genera dei vortici dolci, mentre vibrazioni molto energiche sono prodotte negli amanti nel loro disporsi alla copula. I Cantori della Rosa, nella loro ricerca poetica di ispirazione, impararono a fluttuare nelle onde tumultuose del Mooladhara senza farsi travolgere dalla lussuria, ritenuta deleteria e generatrice di pericolose ossessioni. Al contrario il concentrarsi intenzionalmente sul Mooladhara può rappresentare un’intelligente risorsa a disposizione dell’iniziato ai Piccoli Misteri, fonte di grande serenità e di benessere.

I saggi dell’antica Babilonia tenevano in grande considerazione il Centro Basilare. Essi sapevano come gestire i dinamismi del Centro energetico, respirando al suono delle campanelle di argento che il Sacerdote scuoteva ritmicamente, al fine di coordinare l’attività ritmica dei fedeli alla meditazione.

L’iniziato doveva disporsi ai piedi della Sacerdotessa-Iside, espressione della materna influenza terrestre, donde il termine magnetico, nel senso di magmatico, fonte di calore-energia radiante. Il suono delle campanelle raggiungeva il quiescente Centro Basilare, risvegliando il suo pulsare nell’onda ultrasonica dell’argento, esaltata dalla parola del Sacerdote, creatrice essa stessa di profondi dinamismi energetici di tipo solare.

Il Barach del Tempio, il capo carismatico, deteneva il potere della parola che produceva i suoi effetti sul Mooladhara. Il Tempio, nelle feste ittio-magiche dell’antico Egitto, si riempiva di postulanti, ansiosi di ascoltare le parole del Sacerdote, sussurrate sugli organi ammalati perché si rigenerassero nell’intenso proliferare della materia umana.

Il mito dell’Uovo Filosofale, come l’Alchimia lo ha trasmesso, velato e impenetrabile, si adatta a comprendere il processo di maturazione della volontà magica, fissata in Mooladhara in ogni processo di sublimazione ascetica. Il modello alchemico rappresentò un assioma basilare per l’uomo dell’ottocento, verità inesplicabile per le menti comuni, incapaci di sommare conoscenze tanto diverse in un insieme omogeneo e coerente. L’antica sapienza egizia diede vita all’Ermetismo, nella sua interpretazione magico-socratica. Sempre comunque l’ascesi deve iniziare in Mooladhara, secondo Chakra per importanza dopo il Centro Coronale (Sahasrara).

Sono convinto che se si riuscisse a purificare il patrimonio iniziatico da ogni interferenza di carattere magico, si potrebbe coniugare l’Occidente all’Oriente in una visione più semplice e sintetica della verità. Probabilmente é esistita una sola Tradizione Geroglifica, ripartita nei mille gradi di un’iniziazione ipotetica, sposata con i semi dell’antichità nella tradizione Ebraica, Braminica e infine Teosofica, nel suo significato di Teofania, immanenza del divino in ogni manifestazione umana.

Ritornando al Mooladhara, la sua conformazione può variare da individuo a individuo. Nel tipo medio occidentale la sua grandezza é di qualche centimetro. Nel tipo spiritualmente evoluto può assumere proporzioni molto maggiori, sino a comprendere nel suo raggio il perineo e le gonadi, oltre al Sacro.

Alla nascita il Mooladhara risuona fortemente al mantra AUM. Nel fanciullo produce il Corpo Eterico. La sua funzione, con il successivo sviluppo corporeo, sarà di esprimere il potere dell’armonia.

Le parole Ida e Pingala si riferiscono alla denominazione sanscrita dei due Canali principali che originano dal Mooladhara, differenziandosi nelle due correnti lunare-argentea e solare-dorata. La differenziazione dell’energia ancestrale-magmatica nelle due forze bipolari rappresenta il primo processo metabolico che caratterizza, sul piano energetico, l’evoluzione dell’individuo completo.

Il concetto che ho appena espresso contiene importanti implicazioni sul piano sottile, ancorché consistenti sul piano effettivo dell’uomo corporeo. Se la forza di Mooladhara si ripartisce nelle due correnti che ho spiegato, nel Canale Centrale vengono espresse fermentazioni derivate dal connubio di energie vitali argentee-lunari e solari-dorate.

L’importanza del Centro Basilare nei processi di ascesi si manifesta in ogni percorso spirituale. È con serenità che rispolvero l’antica sapienza egizia, deciso a sottrarre l’uomo di buona volontà all’illusione, conducendolo a concepire il suo ascenso nel solo senso di equilibrio. Il Sole riceve energia dalla sua Matrice-Anima Solare. Il Mooladhara si autoricarica estrapolando l’energia del soma, detersa nel suo aspetto molecolare e purificata nella sua vibranza più eterea. Il Mooladhara si configura quindi, nei suoi intimi meccanismi, come un potente magnete energetico, dotato di autoricarica perpetua.

Riassumendo: il Mooladhara rappresenta il bacino energetico sacrale, nel cui ambito sedimentano forze della materia destinate ad alimentare il Secondo Corpo. Nelle due correnti, lunare e solare, che scorrono nei Canali principali, vengono veicolate forze basilari dotate di specializzazione. La loro successiva destinazione é rappresentata dai sei Centri della colonna vertebrale, su ognuno dei quali l’energia si deposita caldamente, detergendoli nel loro aspetto meno puro e stabilendone l’accensione o la stereotipizzazione. Nel suo densificarsi verso l’alto, il Mooladhara genera il Centro Paraombelicale o Swadistan. In basso si confinge nel Mooladhar, seconda e misteriosa stazione che contiene purezza e amore. Ancora più in alto aumenta di ampiezza, formando il vibrante Nucleo sotto-sternale, definito anticamente Nahbi. E così via.

Contraendosi ritmicamente il Mooladhara alimenta l’invisibile circolo delle Nadi, che decorrono in uno coi nervi simpatici, stabilendo influenze reciproche che si riverberano sul corpo. Magicamente parlando si può far pressione sul Mooladhara, in modo da potenziare l’energia che si proietta verso i Centri superiori. Asceticamente la fede e la dolcezza del carattere fanno parte delle manifestazioni equilibrate di questo Centro.

L’istinto sessuale é funzionalmente connesso con il Mooladhara. Il processo erotico origina dalla stimolazione sensoria e, tramite la produzione inconscia, stabilisce il suo potere sul Centro Basilare. Si tratta di un arco diastaltico semplice: l’impulso parte cioè dal corpo e si riverbera sulla corteccia cerebrale; si fa quindi strada nell’incosciente, producendo evocazioni di forme in grado di riflettersi, in via efferente, sugli organi della riproduzione e, per contiguità, sul Mooladhara, che vibra in modo esageratamente intenso.

La differenza con il processo ascetico consiste nella creazione, che si determina nell’iniziato, di un cortocircuito tra l’impulso sensorio e il Mooladhara, saltando a pie’ pari l’inconscio, che non é più in grado di modellare alcun tipo di suggestione. Quando raggiunge la separazione in Mooladhara, l’asceta riesce ancora a copulare. Anzi la realizzazione magica comporta una potenza virile maggiore rispetto al normale. Tuttavia nell’iniziato l’eccitazione cosciente evoca solo una risposta fisiologica, senza che si producano, nel Centro Basilare, fugaci o persistenti fissazioni di forme. Ecco spiegato il motivo per cui i praticanti di magia sessuale, che inducono l’elevazione dell’energia erotica in Mooladhara, senza aver shuntato l’inconscio, generano miriadi di forme mentali, che finiscono per danneggiare il Centro energetico e talvolta per distruggerlo definitivamente.

Infatti ogni forma ideata, o proiezione inconscia di forme subliminari, si fissa tenacemente al Mooladhara, specie durante l’eccitazione fisica. Il risultato sarà diverso a secondo delle forme proiettate. Sempre, comunque, si verificherà un turbamento dei dinamismi del Chakra, con divisione incongrua delle correnti fluidiche che scorrono in Ida e Pingala.

Concludendo: il Nucleo Basilare é la Radice dei poteri della Terra, che l’Asso di Bastoni, nelle carte da gioco napoletane, semplicemente simbolizza. Primo motore dell’Uomo Invisibile, esso stabilisce strette connessioni con gli organi corporei, soprattutto con la prostata, i genitali e il Sistema Nervoso Neuro-Vegetativo, ricevendone impulsi che ne influenzano l’azione.

Magnete di energia fluidico-magnetica, il Mooladhara ripartisce l’energia proveniente dal Centro Magnetico Planetario nelle correnti argentea-lunare e dorata-solare. Nell’uomo normale, in stato di quiete energetica, il Mooladhara si manifesta nel suo consueto turbinio, vibrando come un’onda del mare riflessa sulla scogliera. All’occhio chiaroveggente, nella sua parte più interna, si depositano fini pagliuzze dorate, che formano il fondo del canale solare. La parte argentea é invece più decentrata e meno brillante rispetto alla prima. Tutto questo può venire alterato dall’aggressione di forme inconsce, che penetrano nel gorgo energetico facendolo straripare o generando Larve dotate di vita propria. Su quest’ultimo aspetto é bene che si rifletta. Non solo é possibile che forme incoscienti autoctone siano alimentate in Mooladhara, ma che altre, diverse Entità si fissino al Centro Basilare per trarne nutrimento. Quando questo si verifica, la mente viene assillata da creature vampiriche, potendosi dissociare nelle varie forme di schizofrenia. Il diritto dell’uomo evoluto consiste nell’eliminare i parassiti astrali dal suo Mooladhara, ristabilendo l’equilibrio energetico.

 

[Parte II]