Pratica alchemica – la preghiera

Posted by Nebheptra     Category: Alchimia, Pratica

La preghiera ha lo scopo di fondere momentaneamente il sè e l’inconscio Superiore; ovvero l’Io e l’Io trascendente, attraverso l’azione del sentimento idealizzato.

La preghiera è dunque una cerimonia magica a tutti gli effetti e l’iniziato dovrebbe cominciare con essa ogni pratica.

Di regola dunque la giornata dell’alchimista si apre al sorgere del sole con la richiesta dell’illuminazione divina e si conclude al tramonto con il ringraziamento. E’ importante che le parole siano recitate con profonda convinzione e  che la mente  non si distragga, altrimenti l’orazione non avrà effetto: durante la recita ci deve essere il perfetto allineamento di tutti i centri energetici.

Nei vangeli viene detto (Matt. 6,6): “Entra nella tua camera, chiudi la porta, e prega il Padre tuo che è nel segreto, e tuo Padre, che vede nel segreto, ti ricompenserà apertamente“.

In altre parole, bisogna chiudersi ermeticamente all’interno del proprio athanor – mente, chiudersi a tutte le possibili interferenze esterne e pregare colui che è nel segreto, il dio che risiede nell’intimo del proprio cuore. E’ bene dunque far precedere l’orazione da qualche minuto di concentrazione, magari corroborata da profondi respiri e mantenere la concentrazione per tutto il tempo del rito.

Solo così l’emissione fluidica della preghiera può essere realmente potente ed efficace.

Ma ciò non è ancora sufficiente.

Se si analizza la struttura di una qualsiasi preghiera, si noterà come questa inizia sempre con una invocazione o un richiamo, spesso accompagnato da una lode, che serve a specificare univocamente il destinatario e a ben disporlo nei confronti dell’orante.

Nel suo libro L’angelo della finestra d’occidente, Meyrink fa parlare l’alchimista inglese John Dee con il rabbino nella sua camera del ghetto di Praga a proposito di preghiera, e questi gli risponde: “La preghiera è un mezzo infallibile e verrà sicuramente esaudita, se essa raggiunge l’orecchio del Supremo; ma se essa non lo raggiunge, allora cade per terra, e qualcun altro la raccoglie e l’adopera per i suoi scopi“.

Infatti la possibilità che la preghiera venga “utilizzata” da qualcun altro affatto diverso da colui che si vuole pregare è tutt’altro che remota, con possibili effetti disastrosi sul malcapitato operatore, che non s’avvede di ciò che sta seminando in astrale.

Per aumentare la propria potenza emissiva ed essere sicuri del risultato è necessario allearsi ad altri oranti e pregare in compagnia. Dunque entrare in una Catena magica.

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Vedi anche: Pratica alchemica – la preghiera – II parte

2 Responses to “Pratica alchemica – la preghiera”

  1. cristiano Says:

    Bellissimo articolo: sono contento di aver trovato un sito come il vostro, che continuerò a frequentare

    cordialmente

  2. Il Papiro di Leida » Blog Archive » Pratica alchemica – la preghiera – II parte Says:

    […] un post precedente si è parlato di preghiera come pratica di alchimia […]

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