Ognuno nel suo cuore ha due porte, che possono essere aperte o chiuse: una superiore, rivolta verso il mondo dello Spirito, che lascia penetrare la rugiada del Cielo, la voce del Maestro, l’ispirazione degli Esseri Invisibili, delle Entità a noi superiori; l’altra inferiore, che ci apporta la vita materiale e comunica con tutte le forze, tutti gli esseri che si trovano in basso, utili, ma potenzialmente pericolosi.
Dalla porta superiore viene il desiderio d’Infinito, di Unità, viene l’orientamento dell’uomo verso l’alto, verso il Vero, il Reale, l’Uno. Ciò spinge a trasmutare il proprio corpo, il proprio cuore, la famiglia, il proprio campo, quello del vicino, la terra stessa. Tale lavoro si può estendere in senso orizzontale, così da entrare in contatto con gli esseri dello stesso livello spirituale. O può progredire in altezza:
- sia consapevolmente, in piena coscienza di ciò che è l’uomo, la vita, la legge universale;
- sia inconsapevolmente, senza coscienza, senza aver mai desiderato né cercato né incontrato un Maestro o in presenza di ritardi da recuperare: ed allora si cammina con gli occhi chiusi trascinati dalla corrente, dalla legge del destino, attraverso la sofferenza;
- sia infine, ma ciò è raro, che si conosca la legge, la verità, e vi si rivolti contro: questo è il peccato contro lo Spirito, che produce i maghi neri, i settari ed i falsi profeti.
Dalla porta inferiore, sempre socchiusa, vengono le forze materiali, gli istinti, tutte le voci della Natura. Da qui arriva la forza vitale, e tutte le attività in noi cesserebbero se questa corrente ascendente si fermasse. Ma l’uomo è sempre spinto ad aprire questa porta più del necessario. Allora le forze elementari arrivano in eccesso, sommergendo l’uomo, la sua ragione, il suo desiderio di luce. Egli viene invaso dallo spirito di dominazione, non è più padrone di se stesso, ma uno schiavo. E, da questo impulso continuo (analogo a quello che spinge l’uomo verso la luce, verso l’Unità), tutte queste forze tendono incessantemente ad invadere il suo cuore: esse sono attratte dalla luce, perché è questa l’unica strada che hanno per raggiungere la luce e conquistare l’immortalità.
Per questo occorre vegliare e pregare, discernere gli spiriti, non lasciarsene sommergere. Dunque il programma dell’uomo teso verso l’ascesi si risolve in tre azioni: la prima in orizzontale, è la ricerca della comunione con i propri fratelli spirituali; la seconda in altezza, è il desiderio, lo sforzo, l’irto cammino da seguire; la terza in basso, è l’armonizzazione, la pacificazione delle forze istintive che ribollono in lui, non per distruggerle, ma per illuminarle.
Tags: Glosse, Opera al Bianco
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